Psycotrota |
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| Ci sono certe giornate di pesca, specialmente quando sono distanziate in termini di tempo, che i pesci sembrano aspettare nient'altro che noi. Sono quelle giornate che non si riescono neanche a raccontare, è difficile se non impossibile, spiegare cosa sia "la giornata di pesca perfetta". Dopo molti giorni, stimolato da interessanti notizie, decido di ritagliarmi un po'di tempo per il mio amato ed odiato fiume. Avaro come pochi fiumi sanno esserlo e generoso quando la giornata magica sognata si materializza. Nel primo pomeriggio perlustro il fiume cercando un tratto libero da altri pescatori. Come al solito non mi rimane che il tratto più stretto e scomodo. Nulla di nuovo, ho l'abitudine a questi inconvenienti. Appena giunto in pesca vedo trote in caccia. Solo per un attimo un ottimistico pensiero mi carezza la testa....."Fabio non illuderti! È sempre lui, il tuo odiato fiume con le sue trote bellissime ma selettive, come le ragazze più belle del paese". Armato di Ilba 4 inizio a lanciare. È un susseguirsi di attacchi, inseguimenti, sbirciate e capatine fuori dalla tana per vedere l'intruso rotante. In poco più di tre ore ne prendo molte sotto i 40 cm, ma ne inanello in buon numero anche sopra ma soprattutto ne aggancio e porto alle mani ben tre poco sotto e/o poco sopra i 50 cm. Ho faticato molto, il fiume gonfio e stretto lascia poche alternative, acqua ben sopra la cintola e corrente ben tesa permettono una sola alternativa: reincarnarsi in un salmone. Questo fiume amato ed odiato, schivo e sbruffone, dolce e burbero, severo e comprensivo, stavolta è stato magnanimo e si è concesso. Ho fatto pace con lui, le sue trote, le sue sponde, le sue piante e le sue acque.
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